Andrea De Nicolao, playmaker classe 1991 della Reyer Venezia, nella stagione appena conclusa ha vinto la FIBA Europe Cup con il suo club e in questi giorni è attivo per trasmettere la sua passione nel corso di due importanti camp estivi.
Di questi argomenti, e di qualcosa di più personale e ancora più bello, abbiamo parlato in questa intervista.
Andrea, una stagione indimenticabile per la vittoria della FIBA Europe Cup. Che emozione è stata?
«Indescrivibile, anche perché è la prima coppa europea sia per me sia per il club e quindi è qualcosa di storico. Si tratta perciò di un grandissimo traguardo, che come tutti i traguardi bisogna però trasformare in un punto di partenza per arrivare al prossimo».
Come cambia la stagione di un club con impegni solo in campionato, rispetto a una squadra che deve anche giocare una coppa europea?
«Cambia tantissimo, cambia tutto. Giocare 3 “domenica-mercoledì-domenica” significa meno riposo, meno allenamento, meno tempo di recupero, meno tempo per amalgamare la squadra costruendo chimica e gerarchie. Un problema, soprattutto quando una squadra è tanto rinnovata. Direi quindi che è stato molto impegnativo, sia fisicamente sia mentalmente, stare via 3 giorni a settimana viaggiando verso posti molto lontani e contemporaneamente dover preparare partite e tenersi in forma. Vanno fatti i complimenti alla Reyer, perché ha i giocatori al centro del progetto e fa di tutto per metterli nelle migliori condizioni di assorbire il tutto e dare il massimo».
Nel 2014 ha vinto la Coppa Italia di Serie A2 con Verona e sei stato il re degli assist in campionato, nel 2016 hai vinto la Supercoppa Italiana con Reggio Emilia in Serie A. Avendo giocato in entrambi i campionati, quali sono le differenze sostanziali, a tuo avviso, fra Serie A e Serie A2?
«Direi un tatticismo portato all’estremo, oltre a intensità, velocità e livello fisico maggiore. A livello tecnico, giocatori forti e capaci ne trovi sia in A2 sia in Serie A, ma nella massima serie c’è maggiore velocità, più fisicità e la tattica è preponderante rispetto alla A2».
Estate per te significa anche il tuo camp e “Back2Basket”. Parlaci di queste iniziative…
«Il mio camp è ormai giunto alla 7^ edizione e si svolgerà dal 1 al 7 luglio a Lido degli Scacchi, nei Lidi Ferraresi. Durante i giorni cerco di dare ai partecipanti consigli che poi potranno mettere in pratica al campetto o a casa. Poi tengo molto a dire ai ragazzi che il basket non è tutto e che bisogna avere anche altri interessi nella vita, per cui li portiamo in barca, a Mirabilandia e gli facciamo seguire il corso di inglese. Per quanto riguarda Bask2Basket, lo abbiamo realizzato – insieme al mio amico Max Franz – nei giorni 15, 16 e 17 giugno a Padova, in Prato della Valle che è la più grande piazza d’Italia e d’Europa, montando 3 campi da pallacanestro con tribune e gazebo. È stata una splendida full immersion di basket, dalle 10 del mattino alle 10 di sera, che ha richiamato migliaia di persone, anche grazie alla bella risposta ricevuta dal basket padovano. Abbiamo offerto basket a 360 gradi: giovanile, senior, in carrozzina, baskin – il basket inclusivo con regole speciali che giocano normodotati e diversamente abili – dunk show e altro ancora. Anche la GIBA era presente, con il Vice Presidente Mario Boni che ha apprezzato quanto abbiamo fatto. Insomma: è stato moto bello!».
Hai citato la GIBA, associazione della quale sei Consigliere. Qual è il tuo pensiero sul lavoro che state facendo?
«Stiamo combattendo tante lotte importanti. In Serie A, dal prossimo campionato avremo un italiano in più e questo è un bene per i giovani interessanti, che hanno bisogno di una chance e di spazio per esprimersi. Importante è anche lo storico risultato ottenuto con la tutela del basket femminile, grazie al fondo per la maternità delle atlete. Dobbiamo poi continuare ad impegnarci per spronare i settori giovanili a formare giocatori, senza che poi vadano via fuori dall’Italia alla ricerca di una chance, perché magari l’occasione possono averla qui da noi. Insomma: direi che stiamo andando nella direzione giusta. Una direzione che punta a fare gli interessi dei lavoratori di questo mondo e cioè delle giocatrici e dei giocatori. E noi di questi ci dobbiamo preoccupare, anche quando le nostre lotte vanno a toccare altri interessi. Dunque avanti, pensando positivo».
Campionato, coppa europea, camp estivi, GIBA… ma un po’ di vacanza?
«Certo, bisogna staccare un po’ dopo 10 mesi intensi e faticosi. È importante dedicarsi alle persone che ti vogliono bene e che si sacrificano per starti vicino e supportarti, anche quando non hai molto tempo per loro. Questa è una cosa alla quale tengo molto, soprattutto quando parlo ai giovani, quindi la ribadisco: bisogna dedicarsi a chi ci sta vicino e ampliare i propri orizzonti, perché il basket è bellissimo ma è giusto avere anche altri interessi. E poi per me questa è un’estate speciale, visto che con mia moglie Carolina stiamo aspettando una bambina».
Grazie Andrea e auguroni alla famiglia!
Mario Boni, Max Franx e Andrea De Nicolao a Back2Basket.
GIBA – Giocatori Italiani Basket Associati