Nel 2007, su Superbasket, uscì una mia conversazione a puntate con il giornalista Luca Maggitti. Ripropongo, per il blog, le puntate dedicate ad America e Grecia. Iniziamo dagli USA, nei prossimi giorni la Grecia.
Mario Boni
L’AMERICA
(Anni 1994 -1995)
Mario Boni, dopo aver letto la notizia della tua squalifica per doping sul televideo e aver mandato al diavolo tutto e tutti, decidi per l’avventura statunitense, nelle leghe minori. Chi ti consigliò?
“Consigliato? Sei spiritoso. Non me lo consigliò nessuno, era l’unica possibilità che avessi!”
Un italiano, bianco, nell’inferno delle “minors” americane, dove tutti giocano per le statistiche e per un contratto NBA. Tu per cosa giocavi?
“Neppure io so per cosa giocavo. Ero emotivamente a pezzi, lontano dalla mia patria, con delle persone che non facevano niente per mettermi a mio agio. Giocavo un gioco che non era il mio e nessuno faceva niente per darmi una mano. Insomma, è stata dura.”
In quali posti giocasti?
“Iniziai con una Summer League a Memphis (USBL), poi andai a San Diego e, infine, a Yakima (CBA), vicino Seattle. Una lunga stagione americana…”
Scommetto che da quelle parti nessuno sapeva chi fosse Supermario…
“Non solo nessuno sapeva chi io fossi, ma mi guardavano pure strano. Per loro vedere un bianco che gioca tra i neri e per di più il loro sport nazionale era una specie di eresia. Comunque devo essere onesto, non ero uno di loro ma non mi hanno mai fatto mancare il rispetto.”
Che vita fa uno che gioca in CBA?
“Vita di merda, hotel di merda, pochi soldi e solo una tenue speranza di trovare un ingaggio nel mondo dorato dell’NBA.”
C’erano contatti con il mondo della NBA?
“La NBA attinge a piene mani dal mondo delle minors americane, ma quasi sempre con contratti di 10 o 20 giorni…”
Il pubblico di una partita di CBA?
“A Yakima c’erano più o meno tra i cinquemila e i seimila spettatori.”
Il tenore di vita che permette un contratto di quella lega?
“A Yakima alloggiavo al ‘Days inn’, in una camera doppia. Mi pagavano 1.300 dollari a settimana. Lordi. Meglio di un cazzotto in bocca.”
Un aneddoto del tuo periodo americano?
“Ricordo che il primo giorno dei try out c’erano 21 neri ed un solo bianco. Io.”
Cosa ti ritrovasti in più, tornato, da quella esperienza?
“Una certezza: se avevo superato quell’anno e mezzo di squalifica potevo superare tutto!”
IMMAGINI
Mario Boni a Roseto, in Serie A, nella stagione 2000/2001. [Foto Ciamillo&Castoria]
Luca Maggitti