Diciassettesima puntata della rubrica “Dual & Post Career”.
Il protagonista è Simone Pierich, ala di 2 metri classe 1981, militante in Serie B con il Faenza.
Pierich, figlio d’arte di Elvio, dopo le giovanili a Modena ha giocato a Livorno, Castelletto Ticino, Forlì, Casale Monferrato, Ferentino, Biella, Forlì, Verona, Roma e Roseto.
Ha vinto la Serie A2, della quale è un veterano, con Casale Monferrato e ha indossato la maglia dell’Italia in 4 occasioni.
Questa è la nostra intervista.
Simone, una carriera in Serie A2, vincendola, con puntate nella massima serie e 4 presenze in Azzurro. Il ricordo più bello?
«Sicuramente la vittoria del campionato con Casale Monferrato, ma anche aver giocato con e contro campioni che hanno fatto la storia del basket».
Da quest’anno in Serie B, a Faenza. Dopo le prime partite, cosa ti sembra della cadetteria?
«Dopo tanti anni torno in Serie B e devo dire che il livello del campionato si è alzato molto. Tanti giocatori possono giocare tranquillamente ai piani superiori. Per farlo, devono avere pazienza e voglia di lavorare».
Sei stato il Capitano, in Serie A2, di un progetto innovativo: la partnership fra Roseto Sharks e Stella Azzurra, facendo da chioccia a tanti giovani talenti. Spendi una riflessione per qualcuno dei giovani con i quali hai giocato, nei campionati 2018/2019 e 2019/2020.
«Mi riempie d’orgoglio essere stato scelto per far crescere i talenti della Stella Azzurra in un luogo storico come Roseto. Una bella responsabilità, da cui ho imparato molto anche io. Eboua, Bayehe, Giordano, Nikolic, Canka, Menalo e altri ancora: sentiremo parlare molto di loro. Hanno la mentalità giusta per diventare atleti di alto livello».
Quali sono i tuoi sogni e i tuoi obiettivi per il post carriera?
«Nelle ultime stagioni, ho avuto la responsabilità di aiutare a far crescere i giovani sul campo. Ho intenzione di farlo anche fuori. Infatti, insieme a Richard Lelli porto avanti il progetto Basketball Stars Camp. Oltre a organizzare camp e viaggi, vogliamo far vivere esperienze incredibili ai ragazzi. Soprattutto in questo periodo storico, abbiamo capito quanto sia importante per un giovane vivere certe emozioni. Da quest’anno portiamo avanti tantissimi progetti, senza dimenticare la beneficenza».
Come si fa a conciliare lo sport praticato a livello professionistico con le attività parallele?
«Avendo una vita serena, cercando di capire quali sono le cose davvero importanti e tenendo un po’ di tempo per noi stessi. Questo periodo dovrebbe averci insegnato qualcosa».
Quali consigli ti senti di dare ai tuoi colleghi, per prepararsi al post carriera?
«Essere curiosi, informarsi e aggiornarsi, per poi trovare la strada giusta».
Cosa pensi della GIBA? Quali sono i motivi per i quali i tuoi colleghi dovrebbero iscriversi?
«La GIBA è essenziale per noi atleti. Non dimentichiamoci che siamo gli attori principali. Siamo fortunati a esserlo, ma ricordiamoci dei sacrifici fatti. La GIBA è la nostra voce, per far capire a tutti queste cose. Perché senza giocatori, finisce lo spettacolo».
GIBA – Giocatori Italiani Basket Associati