Francesco Infante, lungo classe 1992 attualmente in forza al Roseto in Serie A2 Est, ha conseguito il master di primo livello in “Manager dello Sport” all’Università Telematica Pegaso.
Il master ha avuto una durata di 1.500 ore e ha visto impegnato l’atleta nato a Foggia dallo scorso ottobre 2017 fino al mese di marzo 2018.
L’Università Telematica Pegaso è fra i partner della GIBA. Grazie alla convenzione, gli iscritti all’Associazione giocatori hanno 1.000 euro di sconto sulla quota annuale (l’elenco completo delle convenzioni attivate dalla GIBA è al link http://86.105.14.10/plesk-site-preview/www.giba.it/http/86.105.14.10/convenzioni/).
A Francesco Infante – che ha aggiunto il Master alla laurea in Lettere e Letterature Straniere conseguita nel 2016 – oltre ai meritati compimenti abbiamo chiesto qualche riflessione.
Francesco, come mai questo master?
«Vivendo tutti i giorni le dinamiche di una società sportiva, volevo capire meglio come si gestiscono i flussi interni e come poter migliorare, con le proprie idee, un sodalizio».
È stato complicato ottimizzare gli impegni di giocatore con quelli di studente?
«No, perché devo ammettere che i corsi organizzati da Pegaso sono davvero di alto livello e ben organizzati. Questo significa massima flessibilità nel seguirli, studiando sia su materiale cartaceo sia in video. Quanto agli esami, ci sono sedi in tutta Italia per cui un atleta può studiare senza risentire affatto di eventuali spostamenti stagionali o addirittura in mezzo alla stagione sportiva. Nel mio caso, in Abruzzo potevo scegliere se sostenere esami a Pescara o Teramo, mentre nella mia Puglia avevo credo 4 o 5 sedi da scegliere. Insomma: nessun problema, ovviamente a patto di studiare e impegnarsi».
Perché è così importante, per un giocatore che comunque sta in Serie A2, studiare?
«Oggi la cosiddetta “dual career” è fondamentale. Perché se giochi in A2 o B – salvo forse un paio di eccezioni – non puoi pensare che esista solo il basket nella tua vita, economicamente parlando. E poi, comunque, credo sia giusto e doveroso per un giovane, oggi, essere competitivo prendendosi una laurea dopo la scuola superiore e comunque studiando e impegnandosi. L’invito è quello di studiare e, comunque, interessarsi a qualcosa oltre al basket, per il proprio futuro».
La GIBA fa quindi bene a spingere molto sulla “dual career”?
«Assolutamente sì. Le convenzioni per noi iscritti sono molto utili per avere sconti e agevolazioni e, più in generale, io credo che la GIBA stia facendo bene a mobilitarsi in modo così netto e chiaro, a favore di una maggiore consapevolezza negli atleti che è importante la propria carriera di giocatore, ma è ugualmente importante avere anche altri sbocchi professionali, arrivandoci con la giusta preparazione».
Più in generale, qual è il tuo rapporto con l’Associazione giocatori?
«Attivo. Penso che stiano facendo un ottimo lavoro nei confronti di noi atleti iscritti, da almeno 4 o 5 anni. Hanno iniziato con i fondi pensione e poi continuato con altri argomenti molto importanti e io sono certo che l’impegno della governance sia rivolto davvero agli atleti e nel loro esclusivo interesse. E questo è molto importante».
GIBA – Giocatori Italiani Basket Associati