Lo scorso 11 giugno 2013 ho scritto della difficoltà che avevamo ad avere un appuntamento con i rappresentanti della Nuova Lega Nazionale Pallacanestro.
Con un tempismo degno di miglior causa, i gentilissimi interlocutori hanno risposto nel giro di poche ore, chiudendo la loro nota con un eloquente “stiamo pazientemente aspettando”.
Quella chiusura, emanante sufficienza e fastidio nei miei confronti (non reciproci, sia ben chiaro), mi ha fatto sorridere. Io chiedevo un appuntamento per la GIBA, gli amici della nuova LNP mi hanno risposto che ci hanno spiegato tutto e che stanno ancora “pazientemente aspettando” noi.
Siccome le questioni in ballo sono serie e non siamo qui a palleggiare oltre i 24 secondi, con il Presidente Alessandro Marzoli abbiamo sollecitato per ottenere un nuovo incontro. Incontro che c’è stato la scorsa settimana: pranzo di lavoro fra me e la Presidentessa Graziella Bragaglio.
Come da impegno preso durante il cordiale pranzo, ho poi provveduto a ribadire alcuni concetti alla Presidentessa, mediante email.
Mentre come GIBA attendiamo una cortese risposta della lega, sono di nuovo qui a riflettere su perché sia così difficile ascoltare le ragioni dei giocatori di pallacanestro.
Inizio dai contratti. È un problema depositare i contratti anche presso la GIBA? Noi siamo gente seria, qual è il problema di darci una copia? Ricordo che l’anno scorso i contratti, anche quelli della DNA, erano tutti depositati. Dopo le note vicende successe nel mondo del calcio, credo che un’iniziativa del genere darebbe più credibilità al nostro movimento.
Penso poi al fondo di fine carriera, che non è vero non sia possibile, visto che nel calcio c’è anche per i non professionisti. Se poi il problema è il nome, ribattezziamolo pure. A noi interessa soltanto che i giocatori abbiano una tutela. Dopo il passaggio della Legadue nel mondo dei dilettanti, credo che una qualche forma di mutualità nei confronti degli atleti non sia solo necessaria, ma addirittura doverosa.
Infine, non abbiamo mai detto che vogliamo l’iscrizione obbligatoria alla GIBA. Ma è troppo chiedere che in un modulo ci sia la possibilità di indicarlo volontariamente, magari mediante l’apposizione di una crocetta?
Insomma, amici della Nuova LNP, il momento del confronto è arrivato e non affrontare i termini della questione serve soltanto a deprimere un ambiente che ha invece bisogno di nuova fiducia e linfa vitale.
Ascoltate la voce dei giocatori e le loro ragioni: senza di loro non esisterebbero i campionati.
Mario Boni