Sul sito del CORRIERE DELLA SERA, CORRIERE.it, di ieri giovedì 21 agosto 2014, è stato pubblicato – a firma di Nicola Catenaro – un articolo dedicato a Mario Boni, intitolato: «Mario Boni, l’highlander del basket».
Nel pezzo si parla anche dell’attività di Boni come Vice Presidente della GIBA e dei due progetti finalizzati a gestire la delicata fase di fine carriera dei giocatori di pallacanestro: “Fine Carriera” e “Doppia Vita”.
ARTICOLO INTEGRALE
Mario Boni, l’highlander del basket
Un «curriculum» sterminato: 51 anni, gli inizi nel 1982, ha militato tra Italia, Usa, Grecia e Spagna: 11mila punti realizzati, 18 finali, 10 promozioni. «Ma io vivo alla giornata»
di Nicola Catenaro
Più di undicimila punti realizzati, diciotto finali di cui una soltanto persa, dieci promozioni e il rammarico di Ettore Messina, ex allenatore della nazionale di pallacanestro, di non avergli dato spazio. Sono solo alcuni dei trofei che costellano la carriera di Mario Boni, per tutti gli appassionati di basket «Super Mario» (o «Mitraglia» per via del suo tiro micidiale), autentica leggenda e «highlander» della palla a spicchi. A dispetto dei suoi 51 anni, infatti, Boni non demorde e continua a giocare. Ha firmato per un nuovo anno alla Pallacanestro Monsummano, squadra toscana promossa in serie B anche grazie a lui. Un successo che ricorda il salto del Teramo in serie A nel 2003, di cui Boni fu artefice e in onore del quale la società guidata dall’allora presidente Carlo Antonetti ritirò la maglia numero venti quando il giocatore andò via.
Il campione che non smette ma che aiuta gli altri a farlo.
Mario Boni è un campione che non riesce a smettere, ma aiuta gli altri a farlo. Come vice presidente della Giba, l’associazione dei giocatori italiani di basket, è impegnato nel portare avanti un paio di progetti finalizzati a gestire la delicata fase di fine carriera di un giocatore. Il primo si chiama «Fine Carriera» ed è un corso che la Giba propone a chi si ritira dalle gare e vuole reinserirsi nella vita lavorativa. L’altro, «Doppia Vita», si propone di utilizzare i fondi europei per abbattere i contributi a carico delle imprese partner che assumono ex giocatori. Un progetto, quest’ultimo, ancora in bozza ma che, probabilmente anche con il sostegno delle istituzioni sportive (il Coni ha mostrato interesse), potrebbe presto diventare concreto. «Troppo in là con l’età per fare sport e troppo giovani per non sapere cosa fare nella vita – è il commento di Claudia Cavaliere, psicologa dello sport e consulente della Giba – sono queste le persone che ci troviamo a dover reinserire. Alcune di loro spesso non sono neanche consapevoli di poter mettere a frutto anche nel lavoro le competenze trasversali accumulate nella loro carriera sportiva, ad esempio le capacità di gestione, comunicazione, organizzazione del tempo e leadership. Il nostro compito è quello di renderli consapevoli di queste competenze e di offrirgliene altre più tecniche come l’inglese e l’informatica».
«Quando il telefono non squilla più c’è chi si sente perduto»
«Quando sei giovane, ricco e bello – dice Mario Boni – va tutto ok. Ma poi, all’improvviso, il telefono non squilla più e c’è chi si sente perduto. A volte, invece, è lo stesso giocatore che smette perché non riesce ad accettare il proprio decadimento fisico. Il consiglio, per chi abbandona e per chi continua a giocare, è quello di continuare a fare con passione le cose che ci piacciono, senza non si va da nessuna parte». Super Mario ha accettato la sfida di proseguire, anche se questa implica il doversi allenare con atleti che potrebbero essere i suoi figli. «Certo, non ho più le gambe di una volta e ora gioco più di posizione – confessa – ma affronto la preparazione e la partita con lo stesso entusiasmo di sempre. Ho sempre voglia di mettermi alla prova e mi sento ancora in forma».
«Vivo alla giornata ma con grande entusiasmo»
Il bomber di Codogno (il paese in provincia di Lodi dov’è nato) non si pone obiettivi particolari. «Vivo alla giornata – sottolinea – e sempre con grande entusiasmo, non ho mai sognato il posto fisso da impiegato». Dopo aver detto addio alle gare, era stato fermo un anno rivestendo vari ruoli: commentatore Sky, general manager a Piacenza, ma nulla che gli desse lo stesso brivido, le stesse emozioni che la pallacanestro giocata gli offre. «Non è stata stabilita un’ un’età per smettere ma attenzione a quella che potremmo definire la sindrome di highlander – avverte Alberto Cei, psicologo dello sport e docente di coaching all’Università di Tor Vergata – che ti fa pensare di essere ancora in grado di mantenere un certo tipo di impegno. Si può andare incontro a pesanti frustrazioni. Occorre accettare, quando arriva, il cambiamento e costruire in tempo un’alternativa».
«Il pensionamento, un’opportunità»
Quella che Boni offre agli altri ma non a se stesso. Rinunciare alla gratificazione dell’essere particolarmente abili in qualcosa, però, non è facile. Alcuni chiamano questa sensazione di benessere «flow», lo stato ottimale in cui sui perde persino la cognizione del tempo, citato per la prima volta in una teoria dello psicologo di origini ungheresi Mihály Csíkszentmihályi che per anni ha studiato la felicità e la creatività. «Come lo sport praticato ad alto livello è centrale nella vita dell’atleta – spiega la psicoterapeuta Sara Binazzi, esperta in psicologia dello sport e autrice di un libro sull’argomento – così lo può essere il lavoro nella vita di una persona nel momento in cui tutto vi ruota quasi esclusivamente attorno, a tal punto da rinunciare anche a coltivare altri interessi. Il momento del pensionamento può essere vissuto positivamente come una nuova sfida da affrontare, un’opportunità, in alcuni casi però può essere anche percepito come una perdita, può portare ad esperire un senso di vuoto, sentimenti di tristezza, inadeguatezza, inutilità e in casi più gravi condurre alla depressione». Sarebbe dunque opportuno, conclude, che «fasi di transizioni così importanti fossero gradualmente accompagnate da una progettualità, affinché la persona possa arrivare maggiormente preparata ad affrontare il cambiamento».
LINK DELL’ARTICOLO
http://www.corriere.it/sport/14_agosto_21/mario-boni-l-highlander-basket-pallacanestro-1b699a78-294f-11e4-8091-161094bc7e0e.shtml
GIBA – Giocatori Italiani Basket Associati