Riccardo Cortese, ala classe 1986 di 194 cm, è nativo di Cento in provincia di Ferrara, città nella quale gioca da Capitano difendendo i colori del sodalizio cestistico estense in Serie A2 Est.
Riccardo è figlio d’arte di Claudio Cortese e cognato d’arte di Carlos Delfino, visto che la sorella Martina è moglie del giocatore argentino.
Nonostante il peso di tali parentele, Riccardo ha però uno stile proprio, che gli ha permesso di disputare una bella carriera arrivando fino alla Serie A (anche 20 punti, con 5/5 nelle triple, in una vittoria in rimonta di Avellino sul Teramo nel 2010), vincendo la A2 a Pistoia nel 2012/2013 e annoverando pure uno Scudetto da ragazzino nel 2004/2005 con la Fortitudo Bologna, nel cui vivaio è cresciuto.
In questo campionato, dopo 24 partite, Riccardo Cortese è il giocatore più impiegato della sua squadra viaggiando a 34,5 minuti di media, nel corso dei quali segna 16,1 punti (terzo cannoniere dietro i due stranieri), cattura 5,1 rimbalzi e serve 2,3 assist.
Insomma: un giocatore completo e molto utile, salito agli onori della cronaca soprattutto per le due gare giocate e vinte a Bologna dalla sua Ferrara, battendo prima la Virtus e poi la Fortitudo.
Il 7 febbraio 2017 la vittoria contro le Vu Nere per 85-88, risultando il miglior marcatore della gara con 25 punti segnati in 25 minuti (6/9 da 3 punti).
Il 12 marzo 2017 la replica, battendo l’Aquila per 89-91, ancora come miglior marcatore e ancora bissando punti e minuti, ma stavolta segnando addirittura 37 punti in 37 minuti.
Per onorare il suo gran campionato e le due “chicche” personali lo abbiamo intervistato.
Riccardo, mettere in fila le due bolognesi, a casa loro, finendo da cannoniere della gara entrambe le volte è “tanta roba”, come si dice oggi…
«Direi di sì. Due ottime partite, con due ottimi risultati in chiave salvezza per la mia squadra. Ai miei compagni va il merito di avermi messo in ritmo e aiutato a giocare nel migliore dei modi. Io mi prendo la soddisfazione di aver disputato due belle partite, di fronte a cornici di pubblico stupende».
Hai già giocato in Serie A. Ci torneresti?
«Diciamo che in Serie A mi sono giocato le mie chance bene e male. Nel senso che ho qualche rimpianto per non esserci forse arrivato nel momento giusto e nelle condizioni migliori. La verità è pure che se non sei un giocatore della Nazionale, fai fatica ad avere un ruolo. Certo, se dovesse arrivare una chiamata dalla massima serie la valuterei, ma a 30 anni posso dirti che vorrei giocare 15 o 20 minuti, non 5, altrimenti preferisco giocare in questa splendida Serie A2, campionato di ottimo livello e “vero” campionato degli italiani, per di più da Capitano nella mia Ferrara, dove si vive benissimo e sono coccolato e amato».
Chiudiamo con un tuo pensiero sulla GIBA…
«Stanno facendo molto e lo stanno facendo per il bene del movimento cestistico italiano. Sostanzialmente, conosco tutti i consiglieri e partecipo sempre ai momenti aggregativi, perché ritengo sia importante. La GIBA è composta da tutti noi associati ed è per noi che si batte, per avere migliori condizioni di lavoro. Per questo invito i miei colleghi più giovani, che magari a volte – anche in perfetta buona fede – non danno molta importanza all’aspetto dell’associazionismo, a starci più vicini. Perché abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, per continuare a crescere e quindi ad avere un basket migliore sia per noi lavoratori sia per il pubblico».
Riccardo Cortese.
[Foto BASKETINSIDE.com/Massimo Casa]
GIBA – Giocatori Italiani Basket Associati